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🖋LIDA BUCCELLA | Recensione “Dove spuntano i bucaneve – Lettere dal Matese” di Brigida De Gregorio (ed. Dieci Lune, 2024)

da Ott 28, 2024

🖋LIDA BUCCELLA | Recensione “Dove spuntano i bucaneve – Lettere dal Matese” di Brigida De Gregorio (ed. Dieci Lune, 2024)

da | Ott 28, 2024 | Uncategorized | 0 commenti

Un libro piacevole che ho divorato in poco tempo. Come genere letterario è sicuramente un diario, sotto forma epistolare. Della lettera, infatti, ha tutte le caratteristiche strutturali: luogo e data in alto a destra, intestazione a sinistra, spazio e inizio capoverso del testo; breve descrizione ambientale, ma fitta di particolari e di sfumature, poi, la storia raccontata, suggerita di volta in volta da personaggi che lei incontra, alcune riflessioni sull’argomento del racconto; segue poi l’invito all’amica di andare a trovarla nel suo ameno luogo di villeggiatura e il commiato finale.

La scrittura è lineare, semplice ma curata, come si addice ad una brava maestra, sensibile e colta.

Propongo una chiave di lettura un po’ diversa da quella strettamente letteraria: una chiave antropologica, se vogliamo, e con una mia nota personale, in quanto ero diciottenne nel 1969, anno di ambientazione dei racconti. C’era aria di un mondo nuovo, e spesso forti erano le contrapposizioni generazionali, tra chi preferiva vivere il presente ancorato ai valori del passato e chi invece aveva forte desiderio di rottura col passato e lottava per cambiamenti radicali. Io ero una liceale ed ero pendolare, stavo dalla parte dei giovani “capelloni”, portavo minigonne, ballavo il twist, ascoltavo canzoni al jukebox, ma nello stesso tempo, al Liceo D’Annunzio di Pescara, mi impegnavo per i diritti degli studenti, soprattutto pendolari, partecipavo attivamente a manifestazioni politiche sia per richieste di maggiori diritti sia per porre fine alla guerra in Vietnam, e così via. La scrittrice è riuscita con la sua sensibilità e con la sua ironia a darci gli elementi per capire l’atmosfera di quegli anni, anche se personalmente lei ha fatto la scelta del passo lento, del silenzio, delle radici, dell’ambiente naturale, che però non è visto in maniera bucolica, anzi propone un incitamento alla tutela della natura e alla valorizzazione del territorio.

L'Autore

Monica Ferri

C’è un’arte sottile nel comprendere il linguaggio silenzioso della scrittura, un’arte che Monica possiede fin dentro le viscere: è un’interprete dei segni più intimi dell’anima, una grafologa e perito grafico giudiziario. Le sue consulenze sono viaggi nell’essenza di ognuno, un invito a scoprire, comprendere, incontrare, perché la grafia non è solo un segno, ma il respiro visibile di un’esistenza. Nella danza tra inchiostro e carta, Monica trova la via per toccare l’universale nell’infinitamente personale.

L’imperativo interiore che la guida nel conoscere, rispettare e servire l’altro con autentica apertura fa sì che dalle sue pubblicazioni emerga una personalità intrisa di sensibilità, curiosità profonda e un’innata tendenza alla connessione. Un forte senso di appartenenza familiare e una commovente attenzione per la memoria e le storie personali la fa diventare un’allieva perenne nell’atto di “sentire i Maestri” nel senso più intimo e affettivo, dando voce con empatia e tenerezza d’animo a chi ha vissuto la meraviglia dei tempi passati.

I suoi libri, spesso nati da collaborazioni e scambi intellettualiDove spuntano i bucaneve (Dieci Lune Edizioni, 2024), Sassi di parole. Un ritratto letterario e grafologico di Laudomia Bonanni, e i “Chi era” dedicati a Gabriele D’Annunzio, Francesco Paolo Michetti ed Ennio Flaiano ‒ non sono semplici biografie: sono “ritratti letterari e grafologici”, “analisi antropoetiche”, “interpretazioni critico-estetiche” e “analisi dell’uomo e dei suoi segni e disegni”. Così la curiosità intellettuale insaziabile di Monica, la sua mente interdisciplinare e il suo profondo rispetto per l’eredità culturale capace di combinare l’expertise grafologica con una lettura attenta del contesto letterario, artistico e umano ne fanno felicemente una custode e interprete delle narrazioni silenziose che la vita e l’arte lasciano dietro di sé.

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