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🖋CHIARA TIRRO | Recensione “Voglio spendere una parola per te” di Greta Rodan (ed. Dieci Lune, 2024)

da Nov 20, 2024

🖋CHIARA TIRRO | Recensione “Voglio spendere una parola per te” di Greta Rodan (ed. Dieci Lune, 2024)

da | Nov 20, 2024 | Uncategorized | 0 commenti

Profondo, rivoluzionario e melanconico.

Voglio spendere una parola per te di Greta Rodan è un’opera intensa, lirica e dolorosa, che esplora il fragile equilibrio fra solitudine, amore e resistenza.

Si distingue per uno stile narrativo che spesso rompe la quarta parete, instaurando un dialogo intimo e diretto con il lettore.

Attraverso le protagoniste – Sveva e Rossana – l’autrice mette in luce che essere vittime non è una scelta né una debolezza, ma il risultato di complesse dinamiche psicologiche e sociali. La persistenza in queste dinamiche deriva da peculiari meccanismi quali l’amore idealizzato, la manipolazione – in cui gli abusanti alternano violenza e affetto, ampiamente descritta dall’autrice – il senso di colpa e la bassa autostima.

Il libro è un invito a superare lo stereotipo delle vittime dipinte come “deboli” o “ingenue”, dimostrando che possono essere donne caparbie e intelligenti («Come è potuto capitare proprio a me? E a te, Sveva?»), ma emotivamente coinvolte e imprigionate in una rete di sentimenti, manipolazioni e contingenze.

Un romanzo che lascia il lettore arricchito e consapevole, dimostrando di essere non solo una storia, ma un gioiello di narrativa contemporanea.

L'Autore

Greta Rodan

Greta Rodan, voce e visione, è lo pseudonimo che cela l’intensa Roberta D’Andrea, nata dal sole di Napoli nel 1980 e oggi radicata nella quiete del Molise. La sua penna non è solo strumento, ma un aratro che solca la terra fertile dell’anima, seminando prosa e poesia, ma soprattutto senso e riscatto. La sua produzione artistica, che spazia dalla prosa alla poesia, è fortemente orientata verso l’impegno sociale.

Le sue battaglie prosaiche in “Troppo bianca per restare” e nel respiro corale di “Voglio spendere una parola per te”, edito da Dieci Lune, danzano tra le ombre della violenza di genere, accendendo lumi di speranza. Le raccolte poetiche – da “L’idea del Pane” a “Come una bocca d’estate”, fino alla selvaggia e prelibata “Merìcula” – sono come rovi fioriti, i cui versi epidermici accarezzano le ferite, recuperando i sogni spezzati.

I suoi monologhi, “Un volo molto rapido” e “Nei miei panni”, si levano in palcoscenico e nelle aule, un’eco potente contro il bullismo e ogni sopruso. Presidente di “Art & Publishing”, Greta è un’anima che tesse reti di cultura e solidarietà, desiderosa che la letteratura torni a essere abbraccio collettivo. Con ogni verso, ogni performance, ogni gesto di supporto alla costruzione di una casa per le donne, Rodan è un faro che illumina la via, spronando la parola a farsi atto, la poesia a farsi vita.

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VOGLIO SPENDERE UNA PAROLA PER TE

Greta Rodan

Mi ricordo che qualche volta eri buono/ e amabile/ quasi mi sarei fidata/ poi rompevi una delle mie cose/ una qualunque/ una borsa un capello una promessa/ il mondo allora diventava un posto/ come un altro/ una parentesi graffa/ con tante parentesi dentro/ più piccole/ certe volte pensavo di restarci incastrata/ e ancora lo penso/ persa in questa divisione/ da cui ti scrivo.
(Greta Rodan)

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