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Nelle terre aspre e generose della Basilicata, tra i vicoli antichi di Avigliano, dove la storia respira ancora tra le pietre, sorge la fucina di Vito Aquila. Egli non è solo un maestro coltellinaio, ma un custode di memorie, un’anima che ha intrecciato il suo destino con quello di una lama leggendaria: la “Balestra Aviglianese”.
Questa, non semplice coltello, ma pugnale chiudibile intriso di secoli, trae le sue radici dal lontano 1650, quando l’acciaio e il corno si fusero per la prima volta in un simbolo di ingegno lucano. Vito, con mani sapienti e cuore devoto, ha ripreso quel filo interrotto dal tempo, ridonando vita e splendore a un’arte quasi dimenticata.
Nella sua bottega, al civico 21 di Via Don Nicola Stolfi, ogni battito sull’incudine è un richiamo al passato, un’armonia che si fonde con la precisione del presente. Membro della Corporazione Italiana Coltellinai (CIC), il suo nome risplende tra i grandi, testimoniando una maestria che abbraccia tecnica, passione e profonda conoscenza storica. Le sue creazioni, portatrici di un’eredità così antica, viaggiano per l’Italia, esposte in fiere e incontri, narrando la storia di Avigliano, il respiro della sua terra, e l’indomita perseveranza di un artigiano che ha fatto della tradizione la sua più preziosa lama.
EFEMERIDI
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