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Tra le vette silenziose delle Dolomiti, nel cuore antico di Lambroi di Tiser, in quel di Gosaldo (Belluno), un’anima giovane e antica, Massimo Campedel, forgia sogni d’acciaio. Classe ’96, fin dall’infanzia le lame hanno sussurrato al suo spirito, e a soli ventiquattro anni il richiamo è divenuto destino. Un vecchio fienile di famiglia, trasfigurato in laboratorio, è ora il suo santuario.
Tecnico restauratore di dipinti, con l’anima affinata a Firenze e il cuore che batte al ritmo della musica classica, come svela la chiave di violino nel suo simbolo, Massimo ha trovato la sua vera armonia nel battito del martello. È per le “britole bellunesi” che la sua fama risuona, non semplici coltelli, ma echi di una storia secolare, quasi millenaria, del Bellunese, infusa in ogni fibra di metallo.
Si definisce lo “chef dei metalli”, e davvero la magia che egli trova nel dare forma alla materia è un’arte culinaria per l’anima. Ogni “britola” è un racconto, un legame profondo con la cultura e il passato delle Dolomiti, plasmato dalle mani di un maestro che ascolta la voce dell’acciaio.
EFEMERIDI
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