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🖋ANNA MARIA DI PIETRO | Recensione “Voglio spendere una parola per te” di Greta Rodan (ed. Dieci Lune, 2024)

da Gen 24, 2025

🖋ANNA MARIA DI PIETRO | Recensione “Voglio spendere una parola per te” di Greta Rodan (ed. Dieci Lune, 2024)

da | Gen 24, 2025 | Uncategorized | 0 commenti

Con affondi di penna e di cuore precisi, Greta Rodan ci accompagna tra le pagine del suo romanzo essenziale, onesto, senza belletti, in cui affronta a viso aperto il tema della violenza di genere. Attraversando un ampio arco di tempo, narra storie di donne a cui l’autrice presta la propria voce; storie che si sovrappongono fino a divenire una sola storia, dimostrando come la violenza contro le donne sia trasversale a ogni cultura, tempo, condizione sociale. Con un’architettura ben studiata, la cui trama è costruita sul gioco delle relazioni, l’autrice insiste su quell’eredità “morale” trasmessa non tanto con le parole ma con l’esempio, e soprattutto con il silenzio, che vuole le donne intrappolate in ruoli già decisi da quella cultura patriarcale che le “desidera”, sin dalla notte dei tempi, madri affettuose, mogli devote, acquasantiere da prosciugare e in cui vomitare frustrazioni. Donne che, se pensanti, diventano prede, vittime di uomini che si sentono autorizzati “domatori di intelligenze femminili”. Non mostri, ma uomini che si incontrano ogni giorno, che parlano anche di diritti, ma che trasformano le mura domestiche in macabri teatri, salvando, però, la facciata. E la dialettica formidabile di Rodan coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, anticipandone spesso il pensiero, interrogandolo.

Un romanzo onesto, in cui le cose vengono chiamate con il loro nome, sottolineate da uno stile personale, in cui l’assenza delle virgole trasforma alcuni periodi in flussi di coscienza, e le parole, concatenate tra loro senza alcuna pausa, acquistano potenza, dinamicità. Empatica e tagliente, l’autrice descrive la violenza subita dalle protagoniste anche tratteggiandone il profilo psicologico, con una tensione crescente che porta a sentirne il dolore. Il romanzo, che si mantiene sui toni del grigio, a evidenziare la nebbia e la confusione delle vittime, alla fine assume i toni del verde, della speranza di chi ce l’ha fatta a uscire dall’incubo, quasi partorendo, con un urlo, un’altra sé.

L'Autore

Greta Rodan

Greta Rodan, voce e visione, è lo pseudonimo che cela l’intensa Roberta D’Andrea, nata dal sole di Napoli nel 1980 e oggi radicata nella quiete del Molise. La sua penna non è solo strumento, ma un aratro che solca la terra fertile dell’anima, seminando prosa e poesia, ma soprattutto senso e riscatto. La sua produzione artistica, che spazia dalla prosa alla poesia, è fortemente orientata verso l’impegno sociale.

Le sue battaglie prosaiche in “Troppo bianca per restare” e nel respiro corale di “Voglio spendere una parola per te”, edito da Dieci Lune, danzano tra le ombre della violenza di genere, accendendo lumi di speranza. Le raccolte poetiche – da “L’idea del Pane” a “Come una bocca d’estate”, fino alla selvaggia e prelibata “Merìcula” – sono come rovi fioriti, i cui versi epidermici accarezzano le ferite, recuperando i sogni spezzati.

I suoi monologhi, “Un volo molto rapido” e “Nei miei panni”, si levano in palcoscenico e nelle aule, un’eco potente contro il bullismo e ogni sopruso. Presidente di “Art & Publishing”, Greta è un’anima che tesse reti di cultura e solidarietà, desiderosa che la letteratura torni a essere abbraccio collettivo. Con ogni verso, ogni performance, ogni gesto di supporto alla costruzione di una casa per le donne, Rodan è un faro che illumina la via, spronando la parola a farsi atto, la poesia a farsi vita.

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VOGLIO SPENDERE UNA PAROLA PER TE

Greta Rodan

Mi ricordo che qualche volta eri buono/ e amabile/ quasi mi sarei fidata/ poi rompevi una delle mie cose/ una qualunque/ una borsa un capello una promessa/ il mondo allora diventava un posto/ come un altro/ una parentesi graffa/ con tante parentesi dentro/ più piccole/ certe volte pensavo di restarci incastrata/ e ancora lo penso/ persa in questa divisione/ da cui ti scrivo.
(Greta Rodan)

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